lunedì 22 aprile 2013

Io non so parlar di euro


Apprendo che nelle colonne di alcuni quotidiani (come il Sole24 ore) legittimamente si discute da molte settimane quali possono essere le vie d'uscita dalla crisi (ad esempio con le famose riforme strutturali) dibattendo sullo sblocco delle risorse per estinguere i debiti verso le piccole e medie imprese, sul mercato del lavoro, sulle politiche di austerità e sulla necessità di avere in Italia un esecutivo che possa legiferare in questo senso.

Tutte le osservazioni che ho letto sono corrette ma la soluzione proposta è sbagliata.

Nessun organo di informazione, tranne rare eccezioni rappresentate da editoriali provenienti dall'estero e tradotti, pone l'attenzione sulla moneta unica e il cambio fisso; aprire un tavolo di discussione su questo argomento è praticamente impossibile, discutere di questo fattore determinante è al di fuori delle concezioni degli editorialisti di casa nostra.

Sono convinto che le organizzazioni che controllano la moneta unica così come gli stati che vi partecipano abbiano un piano di riserva, una via d'uscita nel caso in cui la situazione dovesse diventare così grave da essere irreversibile; infatti negli altri paesi di questo se ne parla e sopratutto nella "Germania egemone" il tema è dibattuto ed è arrivato a sfociare in un partito anti-euro che si presenterà alle prossime elezioni.

In Italia la situazione è leggermente più complicata.

L'On. Letta, indicato da molti come possibile Premier del Governo che verrà nominato a breve dal nuovo/vecchio Presidente Napolitano, si è molto speso in difesa dell'euro e della moneta unica, oltre che nei confronti di discutibili manovre che hanno contributo all'esplosione del nostro debito pubblico (divorzio Tesoro Banca d'Italia) salvo poi menar la viola con la necessità di abbatterlo con manovre di austerità che continuano a far danni. Si prospetta quindi per il nostro paese una nuova stagione all'insegna del "rigore", delle "riforme", del "contenimento della spesa pubblica" ma anche del "togliamo l'IMU", "è una tassa iniqua" etc.

Come potranno convivere nello stesso Governo quelli che hanno alzato le tasse con quelli che le ritengono ingiuste? Cosa ci si può aspettare dal Parlamento in materia di crescita?

Nulla, ne sono sicuro. E sono sicuro che fino a quando "ce lo chiede l'Europa" l'Italia continuerà a cedere sovranità e non avrà alcun strumento per favorire aumento di domanda e possibile crescita. 

Pensate banalmente a questa equazione: lo Stato spende, investe, si auto-finanzia, di conseguenza non ha bisogno del gettito IMU, il cittadino si trova in tasca del denaro, lo spende e rimette in moto la produzione; banale vero? Semplicistico? Può darsi, ma quali altre vie possono essere percorse in questo momento?

Un banale esempio, naturalmente, che non potrà essere messo in pratica perché lo Stato non dispone della condizione basilare: l'auto-finanziamento.

Fino a quando rimarremo incastrati in questo "Regime monetario" (con la R maiuscola) non ci saranno ancore di salvezza e si potranno fare tutti i governi possibili ai quali verrà chiesto di proseguire sulla strada del rigore che tanto bene ha fatto all'Italia (e agli altri paesi dell'euro) in questi anni.

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